di Annamaria Macripò
Questa volta è d’uopo partire dalla fine, ovvero dai ringraziamenti.
Eh, sì, perché non si possono non ringraziare le 52.680 persone, cittadini italiani, che ci hanno messo la firma, in calce alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare.
E chi ha fatto banchetti in giro per l’Italia sa che quelle firme sono ‘pesanti’ e ‘pensanti’, in quanto donate da gente consapevole, che credeva in ciò per cui ha firmato, che sa o ha scoperto cosa vuol dire democrazia diretta, che ha fatto lo sforzo di ascoltarci mentre snocciolavamo i numerosi articoli di una proposta quanto mai elaborata e quindi per niente populista, che si sono entusiasmati all’idea di un possibile miglioramento dell’attuale democrazia rappresentativa tramite l’introduzione di strumenti di partecipazionee di democrazia diretta più forti e attivi che consentirebbero al popolo stesso di legiferare (come previsto, ma mai attuato, dalla Costituzione).
E come non ringraziare chi ha permesso con la propria presenza, regalandoci un po’ del proprio tempo, l’autenticazione delle suddette firme ai numerosi banchetti, quasi sempre durante il fine settimana, quindi rinunciando a un po’ del proprio tempo libero (ma tant’è, questa è la follia di una legge che ancora una volta svilisce l’iniziativa del cittadino rendendogli l’impresa ardua e piena di ostacoli); quindi un grazie agli autenticatori, figura quanto mai preziosa (nonché indispensabile) per il raggiungimento del nostro obiettivo.